Descrizione
Lo Sportello è un luogo di ascolto e di sostegno a cui possono accedere tutte le donne, indipendentemente da etnia, religione, orientamento sessuale, identità ed espressione di genere, che subiscono o hanno subito qualsiasi forma di violenza. Possono rivolgersi allo Sportello anche le persone che, direttamente o indirettamente, sono in contatto con donne in situazione di violenza.
Gestito dall’associazione Coordinamento Donne, è nato con il duplice obiettivo di rivendicare i diritti umani delle donne, tra cui quello, fondamentale, di vivere libere dalla violenza maschile, e di dare valore al loro “fare”. Offre gratuitamente ascolto, accoglienza, sostegno, informazioni per la tutela, supporto legale e orientamento ai servizi del territorio. Anche conoscenti, familiari e figure professionali possono rivolgersi allo Sportello per ricevere una consulenza.
Più nel dettaglio i servizi offerti sono:
● ascolto telefonico per informazioni di prima necessità e urgenza;
● colloqui telefonici, online e in presenza;
● colloqui psico-sociali alle donne che subiscono o hanno subito violenza;
● valutazione del rischio;
● informazione e sostegno per riconoscere e valutare le conseguenze della violenza;
● sostegno nel riconoscimento delle dinamiche caratterizzanti il comportamento aggressivo del partner e nell’attivazione di forme di tutela personalizzate;
● informazione, orientamento sociale;
● supporto psicologico;
● supporto e orientamento legale;
● definizione del piano di protezione insieme alla donna;
● tutela delle figlie e dei figli minorenni e sostegno alla genitorialità;
● orientamento all’autonomia economica e alloggiativa;
● collocamento in struttura protetta, in raccordo con le case rifugio;
● orientamento finalizzato all’accesso ai servizi sanitari territoriali e di pronto soccorso;
● colloqui con parenti, amici e conoscenti di donne che subiscono violenza;
● consulenze a forze dell’ordine, servizi sanitari, sociali e socio-sanitari, consultori, enti del terzo settore e altre istituzioni;
● consulenze per tesi di laurea;
● corsi di formazione rivolti a operatori dei servizi sociosanitari, forze dell’ordine, avvocati.
Contatti:
● 0461 220048
● centroantiviolenzarovereto@gmail.com
● www.centroantiviolenzatn.it
Lo sportello di Riva del Garda, operativo da gennaio 2025, ha cambiato sede nel corso dell’estate. La sua apertura si deve a una iniziativa di più soggetti che ha preso avvio durante la scorsa consiliatura, nell’ambito della Strategia provinciale di potenziamento dei centri antiviolenza, che sono cinque: le due principali sono a Trento e a Rovereto, e le tre sedi periferiche a Cavalese, Cles e Riva del Garda. Il progetto è sostenuto da un finanziamento provinciale di oltre 666 mila euro fino al 31 dicembre 2026, con possibilità di rinnovo, e rientra nel quadro degli interventi previsti dalla legge provinciale 11/2023 in materia di pari opportunità e prevenzione della violenza di genere.
Alla conferenza stampa di inaugurazione hanno preso parte per l’amministrazione comunale il sindaco Alessio Zanoni e la vicesindaca e assessora ai servizi sociali e alle pari opportunità Barbara Angelini; per la Comunità Alto Garda e Ledro la vicepresidente Ginetta Santoni; per la Provincia il presidente Maurizio Fugatti e la dirigente dell'Umse prevenzione della violenza e della criminalità Laura Castagnaro; per l’associazione Coordinamento Donne la presidente Paola Paolazzi, la responsabile dei centri antiviolenza di Trento e di Rovereto Barbara Bastarelli e la direttrice degli sportelli di Riva del Garda, Cles e Cavalese Claudia Bruno. Fra i presenti anche la consigliera provinciale Michela Calzà, l'assessore del Comune di Nago-Torbole Fabio Malagoli e la consigliera comunale di Riva del Garda Silvia Betta (vicesindaca e assessora alle politiche sociali nella scorsa consiliatura). Presenti, infine, i genitori di Alba Chiara Baroni, Massimo Baroni e Loredana Magnoni.
«Attraverso questa nuova sede di Riva del Garda –ha detto il presidente Maurizio Fugatti– prosegue con determinazione l’impegno della Provincia nel contrasto alla violenza contro le donne, in continuità con il lavoro avviato nella scorsa legislatura con l'assessore Stefania Segnana. Un impegno che si è tradotto in un radicamento sempre più capillare dei servizi sul territorio: con l’apertura di nuove sedi e sportelli cresce la rete di accoglienza, e con essa anche le richieste di aiuto e di informazione, un segnale che se da un lato conferma la persistenza del problema, dall’altro mostra come l’ampliamento dei servizi consenta a più donne di avvicinarsi e chiedere sostegno". Il presidente ha ricordato le tante azioni messe in campo dall'amministrazione provinciale, dal rafforzamento delle case rifugio, all'assegno di autodeterminazione che è stato innalzato a 500 euro e reso disponibile senza limiti di budget, e che ha visto passare le beneficiarie da 52 nel 2022 a 74 nel 2023. Ha ricordato anche il forte impegno verso la formazione - organizzata dalla Provincia in collaborazione con Tsm - di operatori e operatrici con percorsi dedicati, a conferma di un approccio integrato e competente. "Il modello trentino - ha aggiunto Fugatti - si conferma come un territorio di sperimentazione, all'avanguardia anche in queste delicate tematiche. Episodi dolorosi ci ricordano purtroppo quanto sia necessario continuare a costruire progetti come questo, per offrire ascolto, protezione e nuove opportunità a tutte le donne che vogliono uscire dalla violenza", ha concluso il presidente ricordando come nel 2024 i Centri antiviolenza abbiano visto, rispetto al 2023, una crescita degli accessi di circa il 30%».
Il sindaco Alessio Zanoni ha quindi spiegato che ha voluto essere presente non solo come sindaco, ma come uomo, sottolineando l’importanza di assumersi una responsabilità di genere: «Metterci la faccia significa riconoscere che la responsabilità maschile deve essere piena e consapevole, perché ognuno di noi deve essere coinvolto nella costruzione di soluzioni concrete e di prospettiva, per una nuova cultura del vivere assieme". La vicesindaca Barbara Angelini ha chiarito come la sede sia «il frutto di un lavoro collettivo, che ha visto in prima linea la Provincia autonoma di Trento, con gli altri soggetti del territorio fra cui l’associazione Coordinamento Donne, un impegno condiviso, che nasce anche dal fatto che il nostro territorio è stato toccato direttamente da episodi dolorosi e che oggi trova una risposta concreta in questo nuovo spazio», ringraziando per la loro presenza i genitori di Alba Chiara Baroni nonché la consigliera Michela Calzà e l'ex vicesindaca Silvia Betta per il loro impegno sul tema. «Lo sportello -ha aggiunto Barbara Angelini- è attivo già dall’inizio dell’anno, inizialmente ospitato da Luogo Comune, una sede che non offriva però spazi adeguati. Questa nuova struttura garantisce invece protezione, sicurezza e riservatezza, elementi fondamentali per accogliere e accompagnare le donne in un percorso di uscita dalla violenza. Contrastare la violenza è un'azione che riguarda l’intera comunità. Per questo è fondamentale mantenere uno stretto contatto tra istituzioni, associazioni e terzo settore e, al tempo stesso, lavorare sulla prevenzione, partendo dalle scuole», ha concluso la vicesindaca ricordando la recente marcia per la pace, «durante la quale sono stati proprio i ragazzi a chiedere di essere coinvolti in nuove iniziative, anche in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne».
La vicepresidente della Comunità Ginetta Santoni, nel portare i saluti del presidente Giuliano Marocchi, ha detto: «Dopo i tragici femminicidi di Alba Chiara Baroni ed Eleonora Perraro è stato istituito il Tavolo contro la violenza di genere, che quest’anno si è ampliato coinvolgendo non solo le amministrazioni dell'Alto Garda e Ledro, ma anche le associazioni del territorio». Ginetta Santoni ha ringraziato il Servizio sociale della Comunità per il prezioso lavoro di coordinamento e ricordato che, in vista del 25 novembre, «il tavolo proporrà un momento istituzionale dedicato alle scuole e ha costruito, insieme a tutti i Comuni, un programma di iniziative diffuso su tutto il territorio, con l’obiettivo di dare risposte comuni e lavorare insieme per una comunità più consapevole e rispettosa».
Quindi la presidente del Coordinamento Donne, Paola Paolazzi, ha ripercorso la storia dell'associazione, nata negli anni Ottanta per promuovere la parità e decostruire gli stereotipi di genere, e tra le prime in Italia ad aprire un centro antiviolenza grazie anche al sostegno provinciale; oggi, dopo le sedi di Trento, Rovereto, Cles e Cavalese, inaugura a Riva del Garda un nuovo presidio per garantire una presenza sempre più capillare sul territorio.
Infine Barbara Bastarelli e Claudia Bruno sono entrate nel dettaglio dell'attività svolta dai Centri del territorio che non sono solo luoghi fisici, ma spazi di ascolto e accompagnamento, dove le donne possono raccontarsi, essere accolte e, attraverso percorsi psicosociali personalizzati, riprendere in mano la propria vita.