Descrizione
Fin dalle prime pagine il lettore viene catapultato nella vita di Sabine, Sandra nel libro, una giovane donna che all’improvviso si trova ad affrontare l’inimmaginabile e deve farlo con le sue sole forze. Il primo imperativo è sopravvivere al dolore, al senso di colpa, e allo stesso tempo organizzarsi per affrontare la quotidianità che incalza.
«Da qualsiasi parte io guardi, non trovo che parole sbagliate. Quelle che dico e quelle che mi vengono dette. Forse non è di parole che ho bisogno, ma di abbracci.», si chiude con queste parole che toccano l’anima il settimo capitolo del libro.
Nasce così l’idea del titolo “Voglia di abbracci”, perché è soprattutto di un abbraccio da parte di quella società che l’ha lasciata sola che Sabine ha sentito forte il bisogno, abbraccio che ora, con questo libro, lei vuole portare a coloro che si trovano a lottare con tutte le loro forze contro malasanità, burocrazia, indifferenza e pregiudizi sociali.
“Quella che ho vissuto fino a oggi -dice Sabine Bertagnolli- è una vita paragonabile a delle montagne russe, con onde che mi portavano in cielo per poi farmi nuovamente sprofondare nell'inferno. In questo libro ho scelto di raccontare la mia crescita interiore e un percorso difficile, ma propositivo e aperto a tutto ciò che offre il futuro. Nel confrontarmi con le altre famiglie, che si ritrovano all'inizio di un percorso analogo al mio, ne percepisco ora il dolore e rivivo quel senso di smarrimento che sentivo così profondamente in passato, cercando di tramutarlo in quell'abbraccio che io non ho mai avuto”.
“Quando venni a conoscenza della terribile esperienza umana di Sabine -racconta Michela Franco Celani- il mio primo pensiero fu che sarebbe stato importante dare una forma letteraria alla sua travolgente storia, in modo da farla conoscere a un pubblico il più possibile vasto. Io sono una persona molto empatica e nella riscrittura del testo di Sabine ho messo gran parte di me stessa, tanto che a volte sono stata quasi sopraffatta dal dolore che lei provava da dovermi addirittura fermare e sospendere il lavoro. A mano a mano che scrivevo, mi rendevo conto che quello che ne usciva era non tanto il racconto di un'esperienza di disabilità, ma piuttosto la testimonianza viva e palpitante di ciò che Sabine col suo coraggio, con la sua abnegazione, col suo rifiuto di rassegnarsi era riuscita a fare. Dunque, vorrei che questo libro venisse visto soprattutto come un libro sul coraggio e ancora di più su quella cosa di cui noi tutti abbiamo bisogno e che è la speranza”.
Michela Franco Celani, triestina, germanista, traduttrice, editorialista di cultura e costume, ha fondato il premio letterario internazionale Merano Europa. Con Mursia ha pubblicato «La stanza dell’orso e dell’ape» (da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale rappresentato a Bolzano e a Innsbruck) e «Mai dire ormai».
Sabine Bertagnolli, bolzanina, presidente dell’associazione Amigos de Matteo odv, lavora come impiegata nella pubblica amministrazione ed è consulente per persone con disabilità al Centro servizi volontariato dell’Alto Adige. Molto attiva nel sociale, nel 2021 le è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica.
L’incontro si svolge nella sala conferenze al terzo piano della biblioteca con inizia alle ore 16.30 e ingresso libero.